L'organizzazione raccontata: relazioni, poteri e sentimenti nelle imprese

Contributions and working papers
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Sviluppare una concreta sensibilità per i problemi organizzativi delle imprese implica la necessità di comprenderne le dinamiche, di entrare dentro ciò che accade quotidianamente in un ufficio, in uno stabilimento, nei rapporti tra le persone che sono quella certa impresa, nei meccanismi sociali che regolano la partecipazione, nelle dinamiche relazionali che stimolano o, al contrario, limitano la cooperazione, nella pressione degli obiettivi e nella catena di decisioni e azioni che da essi scaturiscono. Occorre misurarsi insomma con il lato umano dell’azione organizzativa, fatto di scontri, concessioni, antagonismi, mediazioni e di apprendimento, realizzazione personale, conseguimento di successi ma anche di noia, abitudine, routine.
Le “soluzioni organizzative” quando non le “ricette” per il cambiamento si scontrano necessariamente con un substrato sociale ricco, fatto di “teste pensanti”, che si rapportano politicamente con le componenti hard dell’azione organizzativa: le strutture, i meccanismi operativi, le regole formali, i vincoli, etc. in una sorta di dialettica permanente, tra “realtà” e azione, dove le determinanti del comportamento delle persone sono sì il risultato di una progettazione a monte ma, allo stesso tempo, anche di un confronto continuo, umano, con essa. E allora contano, oltre alla “infrastruttura organizzativa”, anche i meccanismi sociali e cognitivi che si creano nell’azione di un gruppo, ad es. il sentirsi parte di una certa comunità di lavoro o, al contrario, il considerare il proprio ruolo marginale, anche solo dal punto di vista temporale.
In questo working paper, che inaugura una serie della cattedra di Organizzazione Aziendale, Mauro Bini affronta questi ed altri aspetti dell’azione organizzativa, proponendo alcuni “racconti d’impresa” in una forma e con uno stile del tutto inusuali per la didattica universitaria tradizionale nelle materie aziendalistiche.
Non “casi”, dunque, ma “racconti”. Cos’è un “racconto”? Secondo Wikipedia, l'enciclopedia libera su internet che piace agli studenti, “(…) il racconto è una narrazione in prosa di contenuto fantastico o realistico di minore estensione rispetto al romanzo. Nel racconto lo scrittore tratteggia in poco spazio un ambiente o una situazione, nella quale muove personaggi, a volte uno solo (…). Chi si esprime nella dimensione del racconto normalmente ne compone una serie, e il suo mondo interiore si estrinseca in una costellazione di racconti: ciascun testo, per quanto in sé concluso (a differenza dei capitoli di un romanzo) è portatore di una storia completa, va visto in collegamento unitario con gli altri appartenenti alla stessa raccolta (…)”.
E un “racconto d’impresa”? Per questo Wikipedia non può esserci d’aiuto… forse perché il “racconto d’impresa” non esiste! In effetti, quantomeno si tratta di un ibrido, un tentativo di fondere la delicatezza e la raffinatezza della composizione letteraria con la volontà di proporre comunque un’analisi “sul campo”, un terreno su cui si muovono tradizionalmente i ricercatori più che i romanzieri.
Si tratta, evidentemente, di una scommessa. Una sperimentazione forse un po’ azzardata, anche perché i corsi di Organizzazione della Facoltà utilizzano questi racconti come materiale di supporto. Una scelta che però ha dalla sua, quantomeno, la potenzialità di proporsi come strumento innovativo di supporto alla didattica, che talvolta (spesso?), soprattutto negli ultimi anni, ha visto ridursi notevolmente lo spazio per le “variazioni sul tema”, complice un processo apparentemente assai pervasivo di omogeneizzazione dei saperi e dei metodi per trasmetterli.
I racconti sono preceduti da una guida alla lettura, nella quale sono esposti, in estrema sintesi, per ogni racconto, alcuni temi organizzativi richiamati ed alcuni spunti a partire dal quale poterli approfondire e discutere criticamente in aula.
Buona lettura!

Angelo Gasparre
Giorgio Giorgetti

Facoltà di Economia
Università degli Studi di Genova