L’età dell’indulgenza digitale. Lo smart working alla sfida della digital sobriety

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10.15167/1824-3576/IPEJM2021.1.1350
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L’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 ha stimolato massicciamente il ricorso allo smart working. Questo, nella retorica che va prendendo forma, è pressoché unanimemente descritto come il lavoro del futuro, grazie al quale si potrà realizzare un armonico equilibrio tra le esigenze di riassetto occupazionale e le istanze proprie di una crescita sostenibile. In questo quadro, se da un lato i benefici derivanti della digitalizzazione dei processi di lavoro sono opportunamente enfatizzati, dall’altra parte i pesanti impatti che le soluzioni ICT generano sull’ambiente non vengono presi minimamente in considerazione. Questa omissione rende l’emergente retorica sullo smart working non solo incompleta, ma anche potenzialmente fuorviante. Il presente contributo intende riportare l’attenzione sul tema della “sobrietà digitale”, la quale, se opportunamente considerata, potrà fornire indicazioni utili a orientare la flessibilità lavorativa verso una sostenibilità finalmente autentica.