Tra flessibilità e precarietà: una ricerca su lavoro atipico e imprese

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Il tema della flessibilità del lavoro e il consolidarsi del fenomeno del lavoro atipico costituiscono questioni di estrema rilevanza per la comprensione delle dinamiche più recenti nell'ambito del mercato del lavoro italiano. In questo lavoro si sintetizzano le evidenze più significative emerse nell'ambito di un percorso di ricerca su questo tema on riferimento ad un panel di imprese liguri. Ciò che emerge è, da un lato, l’impossibilità di emettere un giudizio “complessivo” o “netto” circa l’atteggiamento maturato dalle imprese del panel con riferimento al lavoro atipico. Al contrario la ricerca ha messo in luce una molteplicità di approcci, filosofie gestionali e posizioni strategiche al riguardo. Tale acquisizione, in particolare, tende a svuotare di significato i tanti tentativi di lettura uniforme del fenomeno, che in molte analisi viene presentato come “tendenzialmente positivo” o “tendenzialmente negativo”. Un'altra acquisizione della ricerca riguarda, poi, le caratteristiche delle imprese che ricorrono al lavoro atipico, in particolare in rapporto alla filosofia di riferimento, agli obiettivi e, più in generale al disegno organizzativo nella quale tale opzione si colloca. Pur con le necessarie cautele (occorrerebbero analisi ulteriori e più profonde), sembra emergere una rilevanza determinante del dato storico-culturale delle imprese nel definirne l’atteggiamento maturato nei confronti del lavoro. L’analisi mostra infatti un netto divario di impostazione tra le imprese “vecchio stampo”, e quello delle “nuove generazioni”. Le prime portatrici di un approccio virtuoso alla flessibilità, mentre le seconde talvolta più inclini a tendere verso impostazioni di breve termine, orientate da motivazioni di stampo efficientista e meno attente alla maturazione di un approccio di ampio respiro al lavoro nel suo complesso e, dunque, anche al lavoro atipico.