Insegnare etica nelle Facoltà di Economia. I contributi di Pippo Ranci, Marco Frey, Mario Signore, Gianfranco Rusconi

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Accounting and Business Adm.
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L'editoriale del numero scorso (2/2009) della Rivista aveva come oggetto l'insegnamento dell'etica nelle Facoltà di Economia. Al riguardo si manifestava il convincimento di una crescita di consapevolezza, della necessità di visioni d'assieme, di approcci interdisciplinari con i quali affrontare i diversi aspetti delle questioni in gioco. A livello pedagogico e formativo si sottolineava l'esigenza di collegare sia gli aspetti macro del contesto economico-sociale e gli aspetti micro della governance e delle strategie dei singoli attori sia i fondamenti filosofici del discorso e le dimensioni operative dell'agire di impresa. In particolare si affermava che l'insegnamento dell'etica non è una materia come le altre, ma può diventare esperienza di vita intellettuale e professionale.

Su queste tematiche abbiamo raccolto le testimonianze di quattro docenti, di diversa formazione e collocazione scientifica, impegnati sul fronte dell'etica nell'ambito degli studi economici. Pippo Ranci, Marco Frey, Mario Signore, Gianfranco Rusconi. Il quadro di riflessioni e suggestioni che emerge è di grande interesse e meritevole di ulteriori approfondimenti e contributi.

Per Pippo Ranci, docente di etica dell’economia e della finanza alla Cattolica, lo studio dell'etica riferito ai sistemi economici e sociali deve mirare ad evidenziare innanzi tutto ciò che può contribuire a migliorare il mondo e ciò che, al contrario, spesso lo spinge al peggioramento, in modo che gli uomini di buona volontà abbiano le informazioni e gli strumenti necessari per esercitare la loro responsabilità. Il semplice richiamo ai "buoni sentimenti" serve poco. Occorre sviluppare una capacità di analisi dei punti critici della vita sociale ed economica e ciò con l’obiettivo di trovare una risposta agli interrogativi drammatici che caratterizzano il nostro tempo. L'innovazione è importante anche nel campo dell'etica che non può essere definito in termini di divieti, bensì attraverso l'applicazione delle risorse di intelligenza e inventiva alla soluzione dei problemi di convivenza solidale.

Marco Frey presenta l'esperienza della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, di cui è direttore della Divisione Formazione Universitaria e Ricerca. Il contesto in cui si insegna etica è importante quanto i contenuti dell'insegnamento stesso e il Sant'Anna è una "comunità educante" che sperimenta percorsi innovativi nella formazione e nella ricerca per rispondere alle istanze di modernizzazione della società, modernizzazione nel cui ambito i diritti umani, la sostenibilità, il ben-essere rappresentano snodi ineludibili. Di qui la consapevolezza degli allievi di ricevere non solo formazione, opportunità di crescita professionale ma anche un pacchetto di valori condivisi maturati nella quotidianità della Scuola. Certo il Sant'Anna rappresenta una realtà peculiare, per certi aspetti irripetibile, pur tuttavia la sua esperienza può essere di stimolo anche per le altre istituzioni universitarie.

Mario Signore, filosofo, per molti anni Prorettore dell'Università di Lecce, è stato chiamato dalla locale Facoltà di Economia ad insegnare etica sia nelle lauree triennali che specialistiche. Un'esperienza stimolante, inconsueta, che fa pensare. Ma questo, ben lo sappiamo, è il compito del filosofo che, con riferimento alle tematiche economiche, trova un ambito di applicazione particolarmente significativo. Il filosofo ripristina l'attitudine al "domandare" ovvero lo stupore dell'interrogazione che si ripresenta ogniqualvolta si apre la questione del "senso" e l'uomo è all'origine e alla conclusione dell'atto economico. E ciò con riferimento al mercato, all'impresa, al lavoro e più in generale al tema del bisogno (il libro di Mario Signore è davvero bello!), elemento costitutivo della natura umana, da cui si diparte tutta la storia dell'uomo. Credo che anche chi filosofo non è debba in qualche modo diventarlo nella misura in cui constata che il sempre di più delle stesse misure economiche va incontro a pericolosi effetti di rigetto e che pertanto l'economia ha "bisogno" di umanizzazione e quindi di trascendimento etico.

Su questa lunghezza d’onda si colloca Gianfranco Rusconi, docente di economia aziendale all'Università di Bergamo e presidente di Eben Italia. L'etica non è cornice estrinseca alla gestione economica e nel contempo i comportamenti responsabili possono anche diventare fattori competitivi di lungo periodo. Non i proclami o le teorie, più o meno alla moda, ma i fatti alimentano l'etica, un'etica normativa che non può però fare a meno di studi rigorosi per meglio comprendere la realtà. L’insegnamento di etica e responsabilità sociale di impresa aiuta lo studente a meglio inquadrare il suo ruolo nella vita economica stimolandolo non soltanto a conoscere e a fare bene ma a porsi alcuni di quei perché che sono fondamentali per agire pienamente da persona umana.