La creazione di valore condiviso: alcuni segnali a livello globale tra profit, no-profit e impresa sociale
Negli ultimi vent’anni i numerosi scandali a livello finanziario, i disastri ambientali e la crescente disuguaglianza sociale hanno posto enfasi sulla necessità di ripensare i modelli alla base delle scelte strategiche di governo e di operatività delle aziende come parte attiva della società. In quest’ottica, una tematica emergente che ha destato l’attenzione e la riflessione a livello accademico e professionale, è il concetto di “Creazione di Valore Condiviso” (CVC), un approccio di visione strategica in ambito sociale introdotto da Porter e Kramer (2011). Come sempre accade per le nuove teorie, sono ancora pochi gli studi a livello nazionale e internazionale che hanno studiato l’approccio CVC con analisi empiriche basate sulla pratica aziendale. È intenzione del presente studio (discussion paper) contribuire in maniera critica e ragionata al dibattito nascente sulla CVC, andando ad analizzare come le aziende stiano modificando il loro approccio tra tematiche legate alla sostenibilità, tra CSR, innovazione sociale e report integrato. L’evidenza empirica è stata basata sull’analisi delle caratteristiche dei segnali che un panel composto di aziende profit, no-profit e ibride rivolge al proprio pubblico in ambito di CVC. L’applicazione della Teoria dei Segnali alla non-financial disclosure risulta essere un approccio sperimentale inquadrato all’interno delle metodologie di Social and Environmental Accounting (SEA). L’analisi ha posto enfasi sulle tavole sinottiche contenute all’interno dei report integrati evidenziandone il mittente, il messaggio e il canale.