Prospettive e ricadute del settore crocieristico in Europa

Il Dipartimento di Economia e il Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica Integrata dell’Università degli Studi di Genova hanno negli ultimi anni sviluppato una linea di ricerca sull’economia e sul management delle imprese crocieristiche. La collaborazione con le imprese e le istituzioni operanti nel settore ci ha consentito di portare avanti numerosi progetti su diverse tematiche (valore economico creato dalle crociere sul territorio, analisi del mercato dei crocieristi e delle motivazioni all’acquisto, studio delle politiche di comunicazione della sostenibilità ambientale delle cruise companies). Nell’ambito del recente Italian Cruise Day che si è tenuto a La Spezia il 30 di Settembre, abbiamo avuto occasione di intervistare Marco di Gioia, Director of Government Affairs at Cruise Lines International Association (CLIA) Europe il quale ci ha fornito alcune riflessioni sul settore.
Lei è attualmente Director of Government Affairs at Cruise Lines International Association (CLIA) Europe. Come nasce CLIA Europe (e quali sono i rapporti con la Cruise Lines International Association- CLIA mondiale)?
La Cruise Lines International Association (CLIA) è la più grande associazione che raccoglie gli operatori crocieristici. CLIA Europe rappresenta l’evoluzione dello European Cruise Council (ECC), creata agli inizi degli anni duemila al fine di studiare ed affrontare tutte le problematiche specificatamente connesse al settore crocieristico. La trasformazione e successivo ingresso dell’ECC nella famiglia “globale” CLIA venne considerato un passaggio naturale nel 2010.
CLIA Europe ha sede a Bruxelles e promuove gli interessi degli operatori crocieristici in Europa presso le Istituzioni comunitarie e presso gli altri portatori di interesse a livello locale, regionale ed europeo. Più specificatamente, CLIA Europe promuove gli interessi di tutti gli operatori crocieristici operanti in Europa, lavorando in stretto contatto con le Istituzioni. CLIA Europe mira a sviluppare l’espansione del mercato crocieristico europeo, lavorando a stretto contatto con tutti gli altri stakeholders, con particolare riferimento al mondo dello shipping, ai porti crocieristi e agli operatori turistici.
CLIA è un punto di riferimento per dati e statistiche sul settore crocieristico (con riferimento alla domanda e all’offerta). Sulla base del quadro conoscitivo da voi predisposto, quali sono i trend che contraddistinguono il settore con riferimento all’UE?
Sulla base dei dati che ogni anno CLIA raccoglie ed elabora, il trend di mercato è molto positivo per l’Europa.
Considerando l’Europa come mercato di origine dei crocieristi, le crociere rappresentano uno dei segmenti più promettenti nell’ambito del macrosettore dei viaggi e del turismo. La domanda europea continua a crescere. Nel 2015, infatti, 6.59 milioni di passeggeri europei hanno prenotato una crociera, registrando un + 3.1 % rispetto al 2014. Con riferimento all’incidenza dell’Europa rispetto alla domanda globale, ad oggi i crocieristi europei rappresentano il 30 % di tutto il traffico mondiale.
Italia, Regno Unito e Germania rimangono I nostri mercati chiave, registrando il 64 % di spesa crocieristica diretta. Nel 2015 il 52 % dei crocieristi europei ha effettuato una crociera nel Mediterraneo, il 23 % in Nord Europa ed il 25% fuori Europa, privilegiando soprattutto i Caraibi.
L’Europa costituisce non solo il secondo mercato di origine dei crocieristi, ma anche un importante mercato di destinazione. Gli imbarchi in porti specificatamente Europei sono cresciuti del 16 % negli ultimi 5 anni, con 6.12 milioni di passeggeri imbarcati.
Il dibattito su quanto arrechino le crociere al territorio in termini di valore economico è molto attuale. Sulla base delle vostre stime, a quanto ammonta Il valore economico prodotto dalle crociere a livello europeo? Quali sono i comparti che più beneficiano di questo valore?
Il settore crocieristico riveste una grande importanza anche per il suo ruolo in termini di generazione di valore economico a livello europeo. Nel 2015, il settore crocieristico ha generato oltre 40 miliardi di euro in termini di contributo economico in Europa (di cui 16.8 milioni di spesa diretta) e oltre 360.000 posti di lavoro.
La cantieristica è un comparto chiave; nel periodo 2016-2019 sono state ordinate complessivamente 21 navi che verranno realizzate nei cantieri europei. Gli ordinativi di navi da crociera sono prioritariamente diretti verso la cantieristici europea, poiché il know how, necessario per la progettazione e costruzione di navi che sono avanzatissime sotto il profilo tecnologico e del design, risiede in Europa.
Siamo molto fieri di questo primato. Lo scorso anno, nel quadro della spesa diretta oltre 4.6 milioni di euro sono stati diretti ai cantieri. La ricaduta maggiore dell’industria crocieristica è quindi riscontrabile nella cantieristica; seguono il settore trasportistico (che diventa un supporto fondamentale per l’organizzazione dei trasferimenti dei crocieristi) e la catena dei fornitori della compagnia (agenti marittimi, ship suppliers, ecc).
Oltre al valore economico creato, le crociere presentano impatti rilevanti dal punto di vista ambientale e sociale. Quali sono le criticità e quale è il ruolo di CLIA?
CLIA promuove politiche e azioni per la sicurezza, per la salute e per la protezione ambientale. Al fine di conseguire risultati, è fondamentale il supporto delle Istituzioni.
Le criticità su cui CLIA è molto attiva sono le seguenti: il gap infrastrutturale riscontrabile in alcuni Paesi e la promozione di un regime normativo (specie in materia ambientale) chiaro ed applicato in maniera armonizzata in tutti I paesi UE funzionale a creare la necessaria sinergia fra attori pubblici e privati per massimizzare il turismo crocieristico ed in generale « l’economia del mare » (il riferimento più immediato è al regime dei visti per marittimi e passeggeri, ma anche alla connettività fra il porto e l’entroterra). A tale proposito, CLIA ha dato dato avvio nel 2015 al processo che ha portato alla costituzione del Dialogo Pan-Europeo crociere-porti-destinazioni. Un tavolo permanente, con il patrocinio della Commissione Europea, e implementato a livello macro regionale (Mediterraneo, Baltico, Atlantico) dove i vari stakeholders affrontano - insieme - tutte le sfide comuni, a beneficio del mondo dell’economia marittima.
L’attuale congiuntura geo politica rappresenta inoltre una grossa sfida.
In conclusione, le chiedo alcune riflessioni sulla formazione e sulla ricerca inerente al settore crocieristico.
La formazione nel nostro settore è fondamentale, imprescindibile. Ad amplissimo spettro, come è naturale per un’industria in cui i marittimi sono impiegati in una larga gamma di attività. Con il coordinamento con i soggetti pubblici, vi sono moltissime opportunità; ad esempio recentemente sono stati introdotti da Bruxelles vari strumenti per incentivare la formazione settoriale, le “Carriere Blu” (Blue Careers). L’UE ha compreso l’importanza della formazione nelle professioni legate al mare e gli investimenti stanno diventando cospicui. Anche la recente revisione della politica marittima integrata tiene gran conto di questo aspetto.
Sotto il profilo della ricerca, esiste un tavolo creato a livello comunitario che vede riunite le amministrazioni nazionali, la Commissione Europea e l’industria. E programmi come Horizon 2020 diventano opportunità a cui guardare, al fine di incrementare il livello di conoscenze (interdisciplinari) legate a questo settore.
Gennaio 2017