Le persone al centro del cambiamento

Il tema di questo numero monografico della Rivista, che si ricollega al XVIII Workshop dei Docenti e dei Ricercatori di Organizzazione Aziendale tenutosi a Pisa lo scorso febbraio, vuole mettere in risalto la differente natura e le molteplici finalità che può assumere l'azione imprenditoriale e manageriale orientata alla progettazione e al cambiamento di strutture e processi organizzativi.
La ricerca di migliori livelli di efficienza, efficacia, così come l'obiettivo di legittimazione istituzionale possono infatti rappresentare, di volta in volta, altrettanti driver degli interventi di progettazione o ri-progettazione organizzativa, con l’obiettivo ultimo di raggiungere o mantenere elevati livelli di competitività sui mercati.
Sulla base di queste premesse è interessante capire come si muovono imprenditori e manager, in particolare come “manovrano le leve” dell’organizzazione. Da questo punto di vista, ci è parso interessante coinvolgere due realtà associative, il cui osservatorio ci pare di particolare interesse per uno sguardo di orizzonte più ampio.
Abbiamo quindi coinvolto nella riflessione Isabella Covili Fagioli, presidente nazionale di AIDP- Associazione Italiana per la Direzione del Personale. Con un network di oltre 17.000 membri, 3000 Soci attivi, 16 gruppi regionali, una rete internazionale, AIDP è la più significativa realtà nel nostro paese che promuove lo sviluppo di una la manageriale in ambito risorse umane. A lei abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande sul tema del cambiamento e della sfida che esso rappresenta.
Come sono affrontate situazioni in cui differenti pressioni al cambiamento (interne vs. esterne, in particolare pressioni istituzionali) richiedono di definire/ridefinire l’organizzazione aziendale secondo criteri diversi?
In molte occasioni le pressioni al cambiamento sono contrastanti e talvolta portano a comportamenti dicotomici. Per definire la linea di pianificazione delle attività occorre innanzi tutto definire cosa è necessario cambiare e convincersene condividendolo.
Se è vero che occorre trasformare il proprio modello di business perché occorre adeguarsi alla trasformazione tecnologica occorre prendere atto che l'attore principale è ancora una volta la persona. Una consapevolezza che da sempre è difficile da praticare. Ma se prima della trasformazione in atto era più dichiarata che vissuta, oggi è indispensabile perché nulla succede se le persone non lo vogliono. Su questa evoluzione sembra giocarsi buona parte del futuro dell'economia e della ripresa di molte aziende.
E quello che farà la differenza sarà la collaborazione fra i vari attori sociali: aziende, istituzioni e scuola. Con questa consapevolezza abbiamo iniziato in AIDP un percorso presso le università dove le istituzioni dialogano con l'accademia e con la vita reale attraverso la testimonianza dei direttori del personale. L'abbiamo fatto e lo continueremo a fare sulla normativa del lavoro che è materia nostra, ma siamo anche pronti a farlo su temi organizzativi del lavoro.
Quali sono gli ingredienti perché un’azione deliberata di cambiamento organizzativo (riguardante di volta in volta strutture, processi o pratiche di lavoro) prenda forma concreta nella realtà aziendale, cioè perché il cambiamento sia effettivo e non rimanga sulla carta?
In ogni processo di cambiamento, perché qualcosa succeda, davvero occorre che le persone ne siano convinte. E le persone sono convinte se coinvolte nel processo, se è chiaro l'obiettivo, se si sentono ingaggiate e importanti in questo processo. Come sempre la trasparenza, l'ascolto, la coerenza e la credibilità non possono essere dichiarazioni d'intenti o maquillage aziendale, ma valori e principi vissuti. Le persone non ascoltano quello che si dice ma guardano dove si mettono i piedi. Ed i risultati vanno dichiarati su questi presupposti.
E' chiaro che ci possono essere situazioni schizofreniche, questo fa parte della fisiologica patologia ( o patologica fisiologia) delle organizzazione. L'importante è che queste situazioni vengano riconosciuti ed arginate riconducendole entro i limiti che sono fissati. Con la chiarezza è possibile.
Quale ruolo su questi temi gioca la Vostra associazione?
La nostra associazione, AIDP, rivendica la centralità della persone e la sua capacità e possibilità di esprimersi. Con l'evoluzione tecnologica c'è un innalzamento per tutti della possibilità di farlo ed è bello pensare che questo sia un modo per dare a tutti le stesse opportunità. Solo con l'espressione si ha il benessere della persona che darà all'azienda un grande valore aggiunto, oggi indispensabile per restare sui mercati e per la competizione mondiale. Noi portiamo all'attenzione dei nostri soci che questo è possibile e si può fare. Lo portiamo attraverso esempi concreti di aziende che, avendo praticato questa filosofia, hanno risultati più positivi sia di bilancio che di valore dell'azienda. Si sta parlando di business e non di filantropia, si sta parlando di un modo diverso di intendere l'azienda, si sta parlando di considerare l'azienda un bene comune dove tutti gli stakeholder hanno la stessa attenzione. Ecco perché diventa determinante mantenere alte le competenze delle persone e soprattutto allineate con le necessità reali del momento. Ecco perché si può fare il bene dell'azienda facendo il bene delle persone, o viceversa.
Settembre 2017