La produzione di mezzi per il trasposto pubblico tra nuove sfide e taglio degli investimenti pubblici: il caso Irisbus Italia

L'ing. Enrico Vassallo, Direttore Generale di Irisbus Italia, ha svolto un intervento nel ciclo di seminari organizzati nell’ambito dell'insegnamento di "Management strategico e corporate governance" (laurea specialistica in Management) presso la Facoltà di Economia di Genova. In questa occasione, gli abbiamo rivolto alcune domande per capire quali siano i connotati strutturali del business della produzione di mezzi per il trasporto pubblico.
Prima di focalizzarci sull'impresa che lei dirige, le chiederei di fare brevemente il punto sul gruppo Fiat dopo la "cura" Marchionne.
Dal 2004 al 2008 la Fiat è riuscita a mantenere quanto promesso all'inizio dell'"era Marchionne" grazie a due elementi fondamentali: un team di leader determinato e coraggioso che ha accettato la competizione globale come uno stimolo e non un pericolo e una cultura della responsabilità che crede davvero nella possibilità di realizzare un futuro migliore. A fine 2008 la crisi esplosa sui mercati e sulle economie mondiali ha avuto un impatto drammatico anche per la nostra azienda ma è servita allo stesso tempo a provare la nostra capacità di reazione, che si è rivelata forte e rapida nel contenere i costi e nel rivedere i piani futuri.
In questo contesto la partnership con Chrysler è stata un passo fondamentale per ottenere economie di scala sfruttando ogni possibile sinergia ed estendendo la nostra presenza geografica, e, unitamente alla recente decisione di scorporare l'auto dalle altre attività industriali, ci fa guardare con ottimismo al futuro della Fiat, nonostante le attuali difficoltà.
Con riferimento invece ad Irisbus-Iveco, può delineare la situazione del mercato degli autobus in Italia e come è il posizionamento della vostra azienda in termini di quota di mercato?
Dopo un 2009 segnato da un pesante calo dei volumi di mercato e dalla scarsità di gare d'appalto, nel primo trimestre 2010 le immatricolazioni di autobus in Italia hanno riportato un lieve aumento (+5,5%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Segno positivo anche per il segmento dei turistici, che ha chiuso il primo trimestre con un +16,7%, mentre per i minibus e derivati si registra un calo del 20,4%.
Al di là di questi numeri, occorre comunque tenere presente che il trend della gare d'appalto, per unità nuove, continua ad essere drammaticamente basso (sotto le 300 unità).
In questo contesto Irisbus Iveco è leader di mercato, con una quota a fine marzo del 43,9%, in crescita dell'8,1% rispetto allo stesso periodo del 2009, grazie soprattutto ai segmenti urbano e interurbano.
Esistono differenze che intercorrono tra il trasporto pubblico italiano e quello degli altri Paesi europei?
La logica del minor impatto ambientale possibile nel trasporto pubblico sta crescendo in tutto il mondo occidentale; purtroppo l'Italia è ancora indietro rispetto a molti Paesi europei, sia per motivi culturali che per capacità organizzative. In molte capitali europee, quali ad esempio Londra, l'utilizzo dei mezzi pubblici rispetto all'auto privata è diffuso a qualsiasi livello sociale; ciò accade soprattutto grazie alla qualità e all’efficienza offerta dal gestore, oltre a misure di penalizzazione economica quali l'introduzione di costosi pass di ingresso per le maggiori aree urbane.
In Italia il settore dei trasporti pubblici urbani è stato storicamente regolato mediante affidamento diretto dei servizi da parte degli enti pubblici ad imprese da loro controllate, aziende speciali o società municipalizzate. Tale contesto, fatto di operatori spesso inefficienti i cui pesanti disavanzi venivano indiscriminatamente colmati da trasferimenti di denaro pubblico, si riflette ancor oggi in una bassa qualità media del servizio erogato e conseguentemente in una quota sempre decrescente di domanda del trasporto pubblico. Sviluppare una mobilità pubblica moderna ed efficiente significa innanzitutto investire sul rinnovo del parco mezzi, abbandonando progressivamente la "cultura del trasporto" per ritornare alla più autentica "cultura del servizio". Al di là degli effetti sull’immaginario collettivo, ne trarrebbero un vantaggio concreto prima di tutto gli utenti e le stesse aziende di trasporto pubblico.
In che modo la forma in cui vi relazionate con il mercato vi differenzia dai concorrenti?
La concorrenza ha una diversa strategia commerciale: il canale distributivo è esclusivamente diretto, che può essere un vantaggio in termini di flessibilità. La rete distributiva indiretta, invece, è per noi vincente grazie alla capacità di raggiungere in modo capillare i clienti e di dialogare efficacemente con istituzioni e aziende.
Quali sono le principali complessità che discendono da rapporti intercorrenti con una domanda pubblica formata da amministrazioni locali?
Come precedentemente accennato, nel 2009 si è registrata una flessione dei mezzi finanziati del 37% rispetto all'anno precedente, con un volume di immatricolazioni ai minimi storici: 1.200 unità contro un potenziale di 3.000 veicoli. E la continua diminuzione degli investimenti in questo settore fa presagire un 2010 ancora più difficile dell'anno scorso, anche in considerazione di una congiuntura economica per il momento ancora lontana da una vera e propria ripresa.
Per un vero rilancio del trasporto pubblico locale, occorre innanzitutto che le amministrazioni locali si impegnino seriamente nel rinnovamento del parco mezzi, sostituendo i veicoli più anziani con veicoli più sicuri, confortevoli e rispettosi dell'ambiente, al fine di assicurare un servizio migliore ai passeggeri. E' evidente che la mancanza di finanziamenti al settore del trasporto pubblico da parte delle istituzioni blocca le amministrazioni locali nel perseguire tale obiettivo.
In uno scenario di maggiore concorrenza internazionale e di riduzione delle risorse pubbliche destinate agli investimenti in nuovi veicoli, quali sono i punti di forza e di debolezza della Irisbus?
Uno dei nostri punti di forza è sicuramente la tecnologia dei nostri mezzi , frutto di anni di ingenti investimenti nella ricerca, al fine di immettere sul mercato autobus sempre più efficienti ed ecologici, anticipando spesso le normative europee volte alla limitazione delle emissioni inquinanti e delle emissioni di gas serra (CO2). Tutto questo si riflette ovviamente anche in un costo del prodotto che non può essere paragonato alla concorrenza cinese ad esempio, ma il cliente deve valutare anche l’importanza della qualità e del servizio di assistenza offerto, altri punti fondamentali per la nostra azienda.
Settembre 2010