Dove la scienza diventa realtà: a venti anni dalla fondazione, IIT si racconta

Gabriele Galateri, dirigente d’azienda, ha ricoperto cariche di vertice delle maggiori società industriali e finanziarie del Paese: dal gruppo Fiat all’Istituto Finanziario Industriale Laniero (IFIL), da Mediobanca a Telecom Italia e, successivamente, ad Assicurazioni Generali, dove ha ricoperto la carica di Presidente fino alla fine di febbraio 2022. Cavaliere del Lavoro e Cavaliere della Legion d’Onore, ha ricoperto incarichi in diversi Consigli di amministrazione. Da anni partecipa in prima persona alle attività della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e della Comunità Arco per il recupero dei tossicodipendenti, nonché a quelle della Fondazione Edoardo Agnelli, che sostiene persone in difficoltà o enti che si dedicano ad attività sociali. È inoltre membro del comitato di Presidenza dell’Associazione Civita, società no profit che si occupa di arte e cultura. Attualmente Galateri è Presidente della Fondazione Generali - The Human Safety Net e Presidente del Comitato Esecutivo dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), oggetto specifico di questo colloquio.
IIT è stato fondato il 30 settembre 2003 ed ha quindi raggiunto i suoi primi venti anni di vita. Quali sono state le tappe fondamentali che hanno portato alla nascita di questo importante centro di ricerca?
Nel 2003 i Ministri Tremonti e Moratti che facevano parte del secondo Governo Berlusconi erano giunti alla determinazione di creare un centro di ricerca innovativo che si ponesse al fianco di quanto era stato costruito in questo ambito nel nostro Paese dal dopoguerra. L’obiettivo del progetto che si andava definendo era quello di creare un’organizzazione in grado di attrarre scienziati selezionati secondo le modalità adottate dai maggiori centri di ricerca mondiali che con i risultati delle loro ricerche offrissero un concreto contributo alla competitività dei processi industriali e alla creazione di start up. Le tappe fondamentali di questa entusiasmante impresa furono in primis l’impegno delle istituzioni, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dell’Università e della Ricerca che decise di investire sul nuovo centro, l’individuazione delle posizioni chiave e degli uomini che le dovevano ricoprire, la volontà di decidere rapidamente la collocazione fisica dell’istituto. Così venne nominato il Professor Grilli, Direttore Generale del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanza come Presidente del Comitato Esecutivo dell’Istituto Italiano di Tecnologia, il Professor Roberto Cingolani come Direttore Scientifico e io stesso come Chairman del Consiglio. Genova fu la città designata ad ospitare l’Istituto. IIT organizzò i propri uffici nella grande struttura che fino a quel momento aveva ospitato gli uffici dell’Intendenza di Finanza e diventò grazie al lavoro di un piccolo gruppo di ricercatori capeggiati da Cingolani immediatamente operativo. Il primo piano scientifico del 2006 definiva le aree di ricerca ancora oggi elementi portanti di IIT: Robotica, Neuroscienze, Nuovi Materiali e Nanotecnologie. Quella che in quei giorni sembrava una scommessa in questi vent’anni ha perso il connotato di un’impresa tentata ed è divenuta una realtà consolidata.
IIT si presenta al pubblico attraverso uno slogan suggestivo: " Dove la scienza diventa realtà". Cosa significa in termini di finalità, di valori e cultura organizzativa?
Lo slogan rispetta, come sottolineavo precedentemente, uno dei principi fondanti di IIT, un centro che attraverso il lavoro dei propri ricercatori vuole favorire il trasferimento tecnologico. Per ottenere questo risultato l’Istituto Italiano di Tecnologia è strutturato per sviluppare con il massimo sostegno economico e organizzativo il lavoro dei ricercatori e il potenziamento tecnologico dei laboratori. L’Istituto si è dotato di una Governance che ha nel Consiglio e nel Comitato Esecutivo due strumenti di gestione efficace e puntuale. Il Consiglio, formato da quindici membri di alta qualificazione, con a capo il Chairman, ha compiti di indirizzo e approvazione delle principali strategie dell’istituto mentre Il Comitato Esecutivo, con a capo il Presidente, è incaricato di gestirne il funzionamento.
Quali sono oggi le principali linee di ricerca e come si articola l’Istituto sul territorio?
L’attività di ricerca IIT si basa su un piano scientifico che viene aggiornato ogni 6 anni ed è organizzata secondo 4 domini di ricerca strategici: Robotica, Nanomateriali, Tecnologie per le Scienze della Vita (LifeTech) e Scienze computazionali. Il network dell’IIT è organizzato con i quattro Central Research laboratories dislocati sul territorio genovese e undici centri di ricerca distribuiti lungo la Penisola da Torino a Milano,Trento, Roma, Pisa, Napoli , Lecce Ferrara e Venezia. Inoltre IIT conta su due outstation all’estero: al Mit e ad Harvard.
Se volessimo sintetizzare in pochi ma significativi numeri i risultati finora raggiunti, a quali indicatori farebbe riferimento?
Un dato significativo lo si può ricavare dal numero delle persone occupate oggi in IIT, poco meno di duemila, le pubblicazioni dell’Istituto, ad oggi, sono oltre 18.000, la Fondazione ha vinto, grazie al lavoro di numerosi suoi ricercatori, 59 grant dell’ERC, detiene 1.293 brevetti e ha messo a punto 1.630 progetti. IIT può contare su di un budget annuo di 150 milioni, di questi 100 giungono dal finanziamento pubblico e 50 da bandi di ricerca. Il trasferimento tecnologico è un’attività nodale per lo sviluppo di IIT. La costituzione di 34 start up, oltre a 50 in fase di lancio, dimostrano quanto sia significativo l’impegno di ricercatori e manager di IIT in questa area.
Quali sono i punti di forza di IIT, i fattori che hanno contribuito a determinare tali risultati?
Uno dei punti di forza consiste nella possibilità di poter reclutare sul mercato internazionale i migliori ricercatori disponibili a trasferirsi a Genova condividendo un percorso professionale stabilito dalla Tenure Track. Un altro aspetto fondamentale riguarda la visione multidisciplinare che informa tutte le attività di IIT, che è in grado di innescare un circolo virtuoso che, partendo dalla ricerca di base, diviene ricerca applicata per poi sfociare nel trasferimento tecnologico. Tale capacità risulta un fattore fondamentale per una struttura deputata all’innovazione come IIT in un contesto che storicamente ha faticato a trasferire i frutti della ricerca scientifica sul mercato.
Una delle missioni affidate all’Istituto sin dalla fase iniziale è di contribuire allo sviluppo tecnologico dell’economia nazionale; sotto questo profilo, assumono particolare rilevanza le iniziative finalizzate a promuovere il trasferimento dei risultati della ricerca verso il mercato. In che modo IIT persegue questa finalità?
Il rapporto con il mondo delle imprese deve prevedere dal nostro canto una buona conoscenza di queste realtà. È necessario procedere con serietà presentando dei dati misurabili, concreti che possano convincere i nostri interlocutori a lavorare con noi. Un altro e non secondario impegno per ottenere risultati positivi è la perseveranza. Abbiamo costruito un gran numero di relazioni con esponenti importanti del mondo imprenditoriale e dell’industria. Perseveranza e pazienza sono gli ingredienti del nostro successo. Questi mondi, quello delle imprese e quello del trasferimento tecnologico della ricerca, fanno fatica a trovare dei punti comuni di collaborazione perché hanno caratteristiche molto diverse. Il nostro impegno è quindi quello di cercare di costruire un ponte tra ricerca e industria che prevede, appunto, una sicura disposizione ad una costante e pervicace attività di relazione che può portare poi, dopo un periodo anche lungo, alla chiusura di un contratto.
La collaborazione con le imprese è un aspetto fondamentale di questa strategia, anche se talvolta può essere fonte di conflitti potenziali, a causa delle diverse finalità perseguite: nella vostra esperienza, quali sono stati i principali problemi incontrati nella gestione di progetti di innovazione congiunta e quali ritenete siano gli ingredienti fondamentali per garantire uno sviluppo collaborativo che garantisce vantaggi a tutti i partner in eguale misura?
Il tempo è un fattore decisivo per la realizzazione di un nuovo prodotto o per ottenere la piena operatività di una start up. La valutazione di questo parametro non sempre trova concordi ricercatori e impresa. Un progetto innovativo ha bisogno di continue verifiche, di test che evitino che la fretta di ottenere risultati o di rientrare dagli investimenti siano un cattivo consigliere. Il trasferimento tecnologico tra IIT e industria si fonda su parametri di trasparenza e su obbiettivi condivisi che permettono con tempi soddisfacenti la messa a punto di organizzazioni e l’utilizzo di tecnologie che producono i risultati attesi. In questi anni la Direzione Trasferimento Tecnologico di IIT ha fatto passi da gigante nel miglioramento dei rapporti con il mondo industriale e nello sviluppo di azioni imprenditoriali comuni.
Uno dei paradigmi emergenti nel mondo della ricerca e dell’innovazione è la c.d. Responsible Research & Innovation, che promuove un orientamento dei ricercatori verso la soluzione dei grandi problemi che assillano l’umanità…. Quanto e in che modo questo orientamento guida i ricercatori di IIT?
La visione della ricerca e dei ricercatori di IIT è sempre stata orientata verso il miglioramento della qualità della vita dell’uomo e dell’ambiente nelle diverse aree definite dai nostri studi. Per esempio, con la linea di ricerca Non-coding RNAs and RNA based Therapeutics studiamo medicinali che utilizzano molecole che non codificano proteine, i cosiddetti “RNA non codificanti”. Lo sforzo che stiamo conducendo per identificare e ottimizzare RNA non codificanti, che possano essere utilizzati in trattamenti terapeutici di malattie incurabili, può offrire un significativo apporto al futuro della nostra esistenza. Così come la robotica assistiva e il grande lavoro di ricerca che si sta compiendo nello studio e produzione di nuovi materiali che hanno l’obiettivo di ridurre la produzione e l’utilizzo di materiali inquinanti. Non pensiamo di essere definitivi per la soluzione dei grandi problemi che ci affliggono ma offriamo il nostro contributo affinché si possa guardare ad un futuro migliore.
La ricerca e l’innovazione rappresentano il nucleo delle attività di un grande centro orientato allo sviluppo tecnologico quale appunto IIT; è quindi naturale pensare alla qualità dei suoi ricercatori e delle attrezzature scientifiche come alle risorse chiave per il successo. Tuttavia, vi è un apparato amministrativo di supporto senza il quale i team di ricerca non potrebbero svolgere il loro compito con altrettanta efficacia. Ci può dare qualche numero anche su questa infrastruttura? Ricercatori e “amministrativi” rappresentano due mondi separati o vi è una effettiva collaborazione verso il raggiungimento di un fine comune?
L’area amministrativa è centrale per fare in modo che l’attività di ricerca si sviluppi secondo i programmi con tutti i supporti logistici e tecnologici necessari. Fin dalla sua fondazione IIT ha dedicato l’80 % del finanziamento alle attività di ricerca e il 20 % alle attività amministrative. Era anche questo un segnale di cambiamento nei confronti di strutture tradizionali dove costi della ricerca e costi dell’amministrazione si equivalevano ed i certi casi i secondi superavano i primi. In IIT grazie ad una organizzazione efficiente e, anche in questo caso, con una decisiva alta caratura professionale si è ottenuto un livello di efficienza molto buono in un sistema di relazioni tra le due componenti molto positivo. Per tutti i nostri colleghi vale il grande spirito di appartenenza che cementa professionalità molto diverse.
Quali sono i traguardi raggiunti negli ultimi anni di cui si sente particolarmente orgoglioso?
Innanzitutto, IIT è divenuto un polo di ricerca accreditato a livello internazionale oltre che, naturalmente nel nostro Paese. Il progresso e il successo delle attività di trasferimento tecnologico hanno dato il segno della volontà di tutte le componenti dell’Istituto nel voler perseguire l’obiettivo fondante della nostra Fondazione. Poi, voglio sottolineare il lavoro svolto dalla Governance che si è dimostrata uno strumento agile e puntuale nella gestione dello sviluppo di IIT. Infine, un accenno ai traguardi futuri che ci vedono impegnati nei processi di sostenibilità che orientano non solo le ricerche ma anche le nostre azioni più ordinarie. Il lavoro dei ricercatori di IIT guarda verso questo obiettivo e tutti i nostri progetti sono concepiti secondo un principio di sostenibilità.
January 2024