L'ospite
Viaggio nella complessità: dalle radici scientifiche e filosofiche alle implicazioni manageriali di una teoria emergente

"Viaggio nella complessità" di Alberto F. De Toni, professore ordinario di gestione dei sistemi complessi presso l'Università di Udine, e Luca Comello, project manager alla Illycaffè di Trieste, rappresenta un interessante esperimento intellettuale, che invita il lettore – non necessariamente esperto di management - a compiere una esplorazione all'interno della teoria della complessità, scienza di frontiera che sta facendo tramontare vecchie idee radicate e sta offrendo nuovi spunti per la gestione delle organizzazioni.
Il viaggio cui fa riferimento il titolo è infatti ispirato dalla ricerca curiosa del nuovo, dalla scoperta dell’ignoto; non a caso l'incipit del volume è tratto dall'Ulysses di A.L. Tennyson: "Non posso fare a meno di viaggiare: voglio bere la vita fino in fondo. Errando sempre con cuore affamato ho visto e conosciuto molto, città di uomini e usanze, climi, consigli, governi. E non ultimo me stesso".
Quindi un viaggio all'interno del mondo della complessità, che dovrebbe aiutare il lettore a comprendere meglio la realtà che lo circonda e, in ultima analisi, anche se stesso.
Ma perché viaggiare all'interno della complessità, e qual è il percorso suggerito dai due autori?
Perché intraprendere un viaggio nella complessità?
Nell'ultimo decennio la parola complessità è entrata prepotentemente a far parte del vocabolario del management, a causa di numerosi fenomeni concomitanti (1): il cambiamento tecnologico, la diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, lo sviluppo di Internet e l'emergere dei mercati digitali; la globalizzazione dell'economia, la crescente interdipendenza fra mercati e l'emergere di nuovi competitors; la frammentazione dei mercati, la moltiplicazione delle correnti di domanda, l'accresciuta capacità di auto-specificazione delle aspettative da parte dei consumatori; la ricerca da parte delle imprese di nuovi percorsi strategici basati sulla competizione e la cooperazione, la formazione di reti di imprese interconnesse, caratterizzate da rapporti di interdipendenza; la disgregazione di strutture gerarchiche governate da un management task e goal driven e l'emergere di strutture organizzative reticolari, caratterizzate da flessibilità, capacità di adattamento, ma anche capaci di influenzare l'ambiente di riferimento, modificandolo proattivamente, guidate da un management basato sulla condivisione di valori (2).
E' evidente che il termine complessità racchiude al suo interno la realtà dei moderni sistemi economici, dei principali agenti che li popolano e delle relazioni che li legano. Si pensi ad esempio al mondo del consumo e al rapporto impresa-consumatore: tradizionalmente pensato come un individuo dotato di una razionalità "semplice", rivolta all'utilitarismo, che agisce in maniera autonoma, ossia in termini di indipendenza dagli altri soggetti che popolano il mercato, oggi viene sempre più riconosciuto, nell’ambito degli studi di marketing, come un'entità "complessa" dotata di molteplici finalità, capace di attivare legami con altri soggetti e con l'impresa stessa. La capacità/disponibilità a relazionarsi con altri ha portato all'emergere, specie in ambiente digitale, di vere e proprie strutture emergenti, le comunità virtuali di consumatori, che rappresentano una importante sfida/opportunità per le imprese.
Ed è altrettanto evidente che in un contesto complesso, popolato da agenti che hanno le caratteristiche dei sistemi complessi, molti fenomeni sfuggono alla comprensione di osservatori che guardano alla realtà attraverso le lenti della teoria tradizionale, basata sull'approccio riduzionista. Di fronte ai sistemi complessi, quali appunto i sistemi caratterizzati da interdipendenza e da strutture multilivello, la logica riduzionista mostra evidenti limiti: anzitutto, sotto il profilo della descrizione e comprensione del fenomeno: ad una attenta analisi le parti ritenute elementari mostrano strutture interne complesse, il che sposta continuamente in avanti l’oggetto dell'analisi e lo sforzo di conoscenza.
In secondo luogo, sotto il profilo della analisi dinamica: di fronte a fenomeni che presentano queste caratteristiche, si rende necessario forzare l'approccio causale lineare delle scienze newtoniane verso la logica dei sistemi complessi, caratterizzata da circolarità, dipendenza dal contesto.
La teoria dei sistemi complessi (che si sviluppa attraverso contributi nati nell’ambito di molteplici campi del sapere, raccolti ed organizzati nell’arco di un ventennio (3)) si propone appunto il superamento di tali limiti, e si basa, sotto il profilo epistemologico, su alcuni principi di fondo:
- il superamento, nell'ambito di ogni disciplina scientifica (fisica, biologia, sociologia, etc.), dell'approccio riduzionista all'analisi degli oggetti-chiave, che vanno invece intesi come sistemi complessi;
- la convivenza di ordine e disordine, quali elementi fondamentali del divenire degli oggetti-chiave, attraverso la sequenza disordine, interazioni, organizzazione, ordine;
- il riconoscimento del ruolo dell'osservatore nell'indagine scientifica, concetto che, attraverso varie elaborazioni successive, ha portato alla affermazione che la conoscenza di ogni sistema è resa possibile solo grazie alla pluralità dei punti di vista.
La teoria della complessità appare quindi in grado di descrivere in maniera più realistica (rispetto alle scienze manageriali basate su un approccio riduzionista) molte situazioni che caratterizzano la vita dell’impresa, dei mercati, dei sistemi economici: essa infatti mette a disposizione degli studiosi una cassetta degli attrezzi maggiormente adeguata ad affrontare l'analisi della struttura e della dinamica evolutiva delle organizzazioni.
Il percorso suggerito dagli autori
Il viaggio intellettuale proposto da De Toni e Pomello si sviluppa idealmente lungo due percorsi, distinti ma strettamente interconnessi. La prima parte del libro conduce infatti il lettore all'interno della teoria della complessità, seguendo un approccio "scientifico", reso stimolante da incontri con biforcazioni, forme frattali, stormi di uccelli, ingorghi stradali, circoli interconnessi di cause ed effetti. Il viaggio proposto non è però solamente un "divertissement" per la mente, perché nella parte successiva i principi, declinati nel mondo delle organizzazioni, divengono tangibili linee guida per il management di oggi. Attraverso curiosi esempi come quello della tastiera QWERTY, o del sistema VHS, o dell'orologio che si muove in senso antiorario, De Toni e Comello ripercorrono il successo di alcune soluzioni tecnologiche interpretandolo con gli strumenti della teoria della complessità. Molto spesso sono i circoli virtuosi o viziosi, cause ed effetti interconnessi, a determinare l’andamento dei mercati. Pertanto comprendere la complessità rappresenta oggi il valore aggiunto per organizzazioni e donne e uomini di successo, le cui parole d'ordine diventano apertura per l’auto-organizzazione, flessibilità, equilibrio dinamico tra continuità e discontinuità.
La seconda parte del libro porta invece all'interno della complessità del reale. Gli autori fanno qui ricorso ad un approccio filosofico, conducendo il lettore fino in Cina. Il pensiero cinese, infatti, non pervaso dalla scienza classica newtoniana come quello europeo, è in realtà da sempre intriso di complessità. Segno questo che, forse, le economie asiatiche possono contare su un ulteriore vantaggio: un pensiero non semplificante, ma sistemico.
Non è più tempo per alzare muri tra approccio scientifico e filosofico e il grande merito del libro è proprio di proporre una sintesi tra i due. Nell'ultimo capitolo del libro i due percorsi si riuniscono e il viaggio nella complessità svela il suo senso, diventando un unico viaggio.
Un viaggio che è innanzitutto un invito alla continua ricerca dell'attimo creativo, dove ogni arrivo è una nuova partenza. Un invito destinato a uomini e organizzazioni. Chi desidera immaginare il futuro, chi ha un sogno, saprà accendersi e partirà verso il misterioso e affascinante territorio all’orlo del caos.
(1) Caselli, L. (1995), Le parole dell’impresa, Franco Angeli, Milano.
(2) Per un approfondimento, si suggerisce: Castells, M. (2000), The rise of the network society, Blackwell, Oxford; Valdani, E. (2000), L'impresa proattiva, McGraw Hill, Milano; Dolan, S.L. – Garcia, S. – Auerbach, A. (2003), "Understanding and Managing Chaos in Organization", International Journal of Management, Vol. 20, n.1, March.
(3) Gli eventi ai quali solitamente si riconduce la "nascita" di questo corpus organizzato di conoscenze sono: la creazione del Santa Fe Institute, nel New Mexico (1984) e del Centre for Complex Systems presso l'Università dell’Illinois (1986). Per una interessante e puntuale ricostruzione di tutti gli avvenimenti che hanno portato alla costituzione ufficiale del movimento per la complessità si suggerisce Waldrop, M. M. (1992), Complexity: the Emerging Science at the Edge of Order and Chaos, Simon & Schuster, New York (ed. it. Complessità, Instar Libri, Torino, 1995).
Recensioni e Riflessioni
- Davide Calandra
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