The Exercise of “Civic” Virtues for Family Firms Characterized by a Strong Link with their Territory: some Italian Experiences
La tradizione tomista medievale, associata al pensiero aristotelico, afferma che «con il termine "virtù" (virtus in latino) generalmente si intende un'abitudine (habitus), cioè una disposizione ferma e costante ad agire bene: è un'inclinazione al bene che si è consolidata, tanto che il virtuoso è portato ad agire bene […] con spontaneità, anzi, con vivo piacere» (Mondin, 2000:121). Detta spontaneità è una condizione che deve essere acquisita grazie ad un esercizio continuo; un esercizio che richiede uno sforzo e un impegno costanti e che non può mai essere considerata definitivamente acquisita (talune regressioni sono possibili).
Applicando il tema delle virtù al contesto del family business - prima di tutto al comportamento dell'imprenditore/manager - questo contributo considera importante: a) riferire le virtù morali generali (quelle naturali o cardinali) al contesto specifico (virtù imprenditoriali/manageriali); b) considerare la connessione sistematica tra le virtù naturali (declinate quali virtù imprenditoriali/ manageriali), ad altre, in particolare alle cosiddette "virtù civiche" (in questa sede: onestà/trasparenza, legalità/rispetto della legge, responsabilità, tolleranza/integrazione, solidarietà/generosità, relazionalità/socialità, magnanimità magnificenza); c) prestare attenzione al ruolo delle "virtù civiche" per il raggiungimento degli obiettivi di aziendali, in particolare per quanto riguarda il bene comune, riferibile allo sviluppo sociale ed economico del territorio di riferimento (locale o nazionale).
Partendo dalle testimonianze offerte da alcune esperienze aziendali italiane, connesse all'esercizio di una virtù "civica" (ad esempio, il sostegno finanziario per il restauro di importanti monumenti di interesse artistico), questo articolo offre alcune considerazioni conclusive circa l'opportunità di riconsiderare i tradizionali indicatori utilizzati per misurare il successo aziendale, adottando una prospettiva di "virtuosità civica"; ed, infine ed allargando lo spettro, suggerisce di usare un complessivo "report di virtuosità" per governare al meglio l'attività aziendale e consentire il successo lungo le varie dimensioni dello sviluppo.