L'ospite
La valorizzazione del patrimonio di prossimità tra fragilità e sviluppo locale. Un approccio multidisciplinare.

Il riconoscimento del nesso tra cultura e territorio si sta affermando sempre più chiaramente nelle politiche di sviluppo urbano e locale di diversi paesi. La valorizzazione del patrimonio culturale e le industrie culturali vengono infatti identificate quali agenti capaci di aiutare città e territori piccoli e medi a raggiungere obiettivi economici e sociali che assumono un carattere strategico nel contesto attuale per affrontare le sfide della globalizzazione e della economia della conoscenza. In questo senso le politiche di sviluppo incentrate sull'identità culturale contribuiscono ad arginare problemi quali la necessità di integrare nuove culture frutto delle migrazioni, la delocalizzazione delle imprese e il conseguente minore reddito locale; 'sfruttare' le risorse del territorio significa infatti innescare processi di sviluppo fortemente radicati e sostenibili che rispettano le caratteristiche dell'ambiente proprie del luogo e, coinvolgendo soggetti locali, amplificano l'impatto economico e sociale sul territorio. Nell'epoca della globalizzazione poi, dove la valorizzazione del contesto diventa sempre più un vantaggio strategico, 'mettere a reddito' le risorse culturali del territorio significa, anche, creare un insieme di valori e di marchi definibili e riconoscibili in un mercato sempre più ampio.
Nell'ambito del dibattito in corso sulle politiche territoriali si colloca il volume La valorizzazione del patrimonio di prossimità tra fragilità e sviluppo locale curato da Nicoletta Buratti e Claudio Ferrari che fornisce un significativo contributo al tema dello sviluppo culture based. L'ampia prospettiva adottata nell'affrontare il concetto di patrimonio territoriale restituisce una approfondita comprensione delle sue componenti tangibili e intangibili insistendo sulla loro natura relazionale. La lettura olistica del territorio restituita si sofferma in particolare sul contributo offerto ai processi di sviluppo locale dalle componenti 'minori' del patrimonio qui definite 'di prossimità' in quanto caratterizzate da un debole valore d'uso e di scambio; un aspetto generalmente poco approfondito negli studi di settore che tendono a rivolgere l'attenzione alle risorse ad alto richiamo simbolico e attrattivo, ma che appare invece in linea con il concetto di sviluppo sostenibile.
Il lavoro è articolato in due parti: nella prima vengono individuati gli elementi del patrimonio di prossimità che possono giocare un ruolo chiave a favore dello sviluppo locale, mentre la seconda analizza le potenzialità offerte in tal senso dall'industria del turismo culturale.
Il primo capitolo, di Claudio Ferrari, affronta il tema del patrimonio di prossimità analizzandone due componenti immateriali, ambiente e cultura, di cui viene messa in luce la capacità di incidere sulla gamma di produzioni di un territorio e, insieme, sulla qualità della vita rappresentando così potenziali fattori di convergenza localizzativa per quelle attività che impiegano manodopera particolarmente qualificata. Le riflessioni proposte si allacciano all'attuale dibattito sul cultural planning che a differenza delle politiche culturali tradizionali non si propone obiettivi settoriali bensì l'integrazione tra l'insieme delle risorse del territorio e il sistema economico-sociale.
Sulle componenti fragili del patrimonio culturale materiale e immateriale si sofferma Nicoletta Buratti che, poggiandosi sui principi del marketing interno e esterno, individua la strada per fare di tali risorse una leva per potenziare l'attrattività del territorio, stimolare il tessuto economico-produttivo locale e richiamare fasce di domanda più ampie e diversificate. Le tematiche affrontate dall'Autore sollevano un ventaglio di questioni di grande attualità soprattutto nel panorama italiano: il concetto di distretto culturale evoluto che supera il modello classico monofiliera, l'urgenza di coordinare politica culturale e turistica, la necessità di creare non soltanto una nuova offerta, ma anche una nuova domanda più consapevole, stabile e qualificata.
Il ruolo del tessuto culturale nei processi di sviluppo viene ribadito nel terzo capitolo di Francesco Gastaldi che introduce il concetto di capitale sociale territoriale e illustra come esso possa rappresentare un motore di crescita autonoma, autopropulsiva e sostenibile a patto che venga opportunamente individuato e sollecitato dalle politiche pubbliche. Sullo sfondo delle argomentazioni proposte emerge, anche, il paradigma di programmazione culturale inteso come processo partecipato, complesso e relazionale.
Mauro Spotorno ricorda poi come le risorse naturali possano concorrere all'attrattività e allo sviluppo territoriale in linea con il binomio identità-competitività oggi sempre più al centro delle politiche urbane e locali. Attraverso l'apparato concettuale della geosemiotica l'Autore mette in risalto le componenti immateriali ed emotive del paesaggio e suggerisce la strada per una pianificazione e gestione capace di integrare la prospettiva economico-territoriale tradizionale e quella culturale-umanistica.
La prima parte del volume si chiude poi con il contributo di Cecile Sillig dedicato alla valutazione dei progetti di sviluppo locale e, in particolare, a quelli incentrati sul patrimonio di prossimità. Lo scopo è di mettere in luce l'utilità di tale strumento per la valorizzazione territoriale in un'ottica di sostenibilità, una riflessione quanto mai opportuna nel panorama attuale dove si sta affermando sempre più una domanda di accountability, efficacia ed efficienza tanto all'interno delle organizzazioni pubbliche e private quanto da parte della società civile.
Riccardo Spinelli apre la seconda parte del volume dedicata al turismo culturale uno dei comparti più promettenti sul piano economico e occupazionale. L'Autore individua nel turismo culturale evoluto il segmento preferenziale intorno a cui costruire le strategie di valorizzazione del patrimonio di prossimità e, insieme, suggerisce di adottare una gestione sistemica del territorio nell'impostare le politiche di sviluppo coinvolgendo in primis la comunità al fine di garantirne la riuscita.
Cambiando prospettiva, Sara Cepolina offre una analisi dei principali provvedimenti legislativi e degli strumenti finanziari pubblici a sostegno del settore turistico e dei progetti di valorizzazione territoriale a livello comunitario, nazionale e regionale. Dati e cifre si accompagnano al commento di un progetto finanziato dalla Commissione Europea restituendo un utile quadro di orientamento nel complesso sistema giuridico e finanziario che presiede il settore.
Il capitolo conclusivo di Abdellatif Tribak presenta una analisi del patrimonio culturale di prossimità del Marocco rurale richiamandone il valore sociale, culturale e ambientale e le potenzialità di sviluppo. A tal fine, l'Autore suggerisce di intervenire attraverso azioni di sensibilizzazione nei confronti della popolazione, promuovendo iniziative di carattere turistico, favorendo la ricerca scientifica e appoggiando la rete di associazioni che operano nel settore.
La multidisciplinarietà dei contributi, frutto di studiosi provenienti da settori differenti e operanti in strutture di ricerca diverse, permette di cogliere le potenzialità di sviluppo insite nelle varie componenti del patrimonio di prossimità sottolineando insieme l'urgenza di promuovere tale consapevolezza presso la comunità e gli organi politici al fine di attuare adeguate strategie di valorizzazione.
Recensioni e Riflessioni
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