L'ospite
Information Technology e piccole imprese. Un modello per la valutazione della prontezza IT.

Il lavoro di Riccardo Spinelli s’inserisce con perfetto tempismo in un contesto storico in cui il tema del rapporto tra impresa e information technology (IT) è divenuto, ora più che mai, di cruciale attualità. Invero, mentre a tutti i livelli istituzionali ci si affanna, oggi, per comprendere come le nostre imprese possano tenere il passo della competizione globale, è sempre più forte la necessità di studiosi e imprese di comprendere come l’impresa – sia manifatturiera tradizionale che di servizi – possa addivenire ad un vantaggio competitivo vincente per il tramite di una nuova impostazione strategico-organizzativa che ne renda il modello di business flessibile e, altresì, dinamico.
Sono sempre più frequenti, infatti, gli studi che si occupano d’interpretare le potenzialità dei nuovi processi di gestione dell’innovazione, come quelli che vedono il crowd-sourcing e, pertanto, il costante rapporto di collaborazione tra imprese e clienti, alla base dei punti di forza delle imprese strategicamente più avvedute; e, a ben vedere, è attraverso il supporto delle nuove tecnologie (o di tecnologie magari non così recenti, benché recente ne sia tuttavia l’uso che ne viene fatto internamente all’impresa) che sempre più spesso le imprese cercano di trovare nuove vie (modelli di business) per imporsi sulla concorrenza, soddisfacendo appieno le richieste del proprio target di mercato.
Essendo ben noto come la piccola e media impresa sia il vero fondamento dell’economia del nuovo millennio, non resta che comprendere come anche la più piccola delle imprese possa sfruttare la propria organizzazione IT in ottica entrepreneurial, sforzandosi di considerarla come un’arma, piuttosto che come una nuova difficoltà da superare nel confronto con la concorrenza domestica ed internazionale. In proposito, è perciò interessante lo studio di Riccardo Spinelli il quale, nel proporre un suo modello – onde carpire il grado di prontezza della piccola impresa nel saper puntare sulle ampie potenzialità dell’IT – opera altresì un confronto tra la piccola impresa ligure e quella medio-piccola britannica. Purtroppo, ne esce ancora un quadro che ci penalizza anche a livello culturale: i nostri imprenditori non solo spesso non appaiono pronti o sembrano non disporre degli strumenti sufficienti ma, quel che è peggio, spesso non hanno ancora compreso appieno l’importanza dell’IT e, come rilevato dall’autore, non hanno ancora “aperto” la propria mentalità imprenditoriale (entrepreneurial mindset) nello sviluppo di una moderna cultura d’impresa con la stessa fermezza dei propri (anche più vicini) colleghi europei.
Il lavoro, naturalmente, è anche ben strutturato: infatti, senza dilungarsi troppo nella review della letteratura e su schemi troppo datati, l’autore costruisce molto bene il proprio percorso, dimostrando una visione chiara e, soprattutto, adottando una scrittura semplice e snella nella trattazione del tema. In particolare, il tema del rapporto tra piccola impresa ed IT viene complessivamente elucidato da ogni angolazione, rendendone utile la lettura anche ai più giovani studiosi che intendessero avvicinarsi al tema per la prima volta.
Ulteriore pregio del lavoro è certamente dato dal fatto che l’autore cerchi d’individuare i principali gap della letteratura, specialmente con riferimento alla piccola impresa. Difatti, come spesso accade per gli studi di matrice anglosassone e il cui punto di riferimento è molto spesso la grande impresa multinazionale, sono sempre troppo pochi i lavori concettuali ed empirici che affrontano le tematiche manageriali nell’ottica della piccola e della micro-impresa.
L’autore, pertanto, presenta i risultati della letteratura nazionale ed internazionale (sia più recente che più datata), ordinandoli nella presentazione delle varie sfaccettature del tema secondo un fil rouge che denota una perfetta conoscenza dell’argomento sia in prospettiva strategica che organizzativa. Altrettanto interessante è la parte dedicata al concetto di allineamento/coerenza tra gestione strategica dell’impresa e capacità di quest’ultima di saper organizzare il proprio sistema informativo come supporto essenziale al conseguimento degli obiettivi.
Anche dal punto di vista metodologico, il lavoro è ben strutturato proponendo un approccio multi-metodo, con lo sviluppo di case studies longitudinali e l’utilizzo di un approccio sia qualitativo che quantitativo.
In conclusione, il contributo dell’autore è il frutto di un lineare percorso di ricerca che, come si evince dalla stessa bibliografia citata, ha visto e continua a vedere l’autore costantemente impegnato nello studio del rapporto tra impresa ed information technology; un percorso di studio ben pianificato, svolto anche in collaborazione con eminenti esponenti del tema a livello internazionale.
Recensioni e Riflessioni
- Davide Calandra
- Martin Dege
- Irene Strasser