L'ospite
Assetti di Governo e Strategie nelle Medie Imprese

Nonostante la rilevanza della media impresa rispetto al tessuto socio-economico nazionale, solo recentemente questa tipologia di impresa è stata oggetto di studi monografici. Il soggetto media impresa si è trovato talvolta uniformato sul versante delle imprese minori; altre volte, sul versante della grande impresa. Inoltre, fino a pochi anni fa, la media impresa è stata analizzata secondo una prospettiva economico-industriale.
Le recenti evidenze empiriche hanno invece sollecitato una produzione scientifica di matrice aziendalistica incentrata sulla media impresa, in cui si individuano lavori scientifici finalizzati a dimostrare come la media impresa sia connotata da una propria identità che coniuga i vantaggi propri della piccola e della grande.
Collocandosi in questa prospettiva economico-manageriale, il volume curato da Pietro Genco e da Lara Penco si propone di fornire un contributo volto ad approfondire il soggetto media impresa, focalizzando l’attenzione sui suoi comportamenti, con particolare riferimento alla governance e alle strategie.
Il volume si focalizza sulle medie imprese quotate che rappresentano un oggetto di analisi di grande interesse: esse costituiscono ancora una porzione molto esigua dell’universo delle medie imprese, come è stato rilevato anche dalle indagini Mediobanca; sono state studiate pochissimo dalla letteratura manageriale; la quotazione comporta rilevanti cambiamenti che meritano di essere approfonditi.
Gli specifici contributi del volume, realizzati da un gruppo di docenti e ricercatori afferenti all’Università di Genova, Torino e Napoli Parthenope, hanno tentato di rispondere ad alcune domande di ricerca, che riguardano gli effetti della quotazione sulle medie imprese.
La prima domanda di ricerca riguarda quali sono le caratteristiche strutturali delle medie imprese quotate.
Il Capitolo di Giovanni Satta e Francesco Parola (Capitolo 2) si focalizza sull’analisi dei fattori strutturali delle medie imprese quotate, partendo da una definizione dei criteri necessari per delimitare il campo di indagine su cui sono state impostate le successive indagini. Il campione è costituito da 34 imprese. Sotto un profilo strutturale, le evidenze ricavate dalle analisi delle informazioni relative al campione delle medie imprese considerate segnalano chiaramente come i principali campi di attività delle medie imprese quotate analizzate siano riconducibili ad alcuni comparti del Made in Italy (prodotti personali e per la casa, alimentare, beni e servizi industriali), una forte concentrazione nel Nord Ovest e nel Centro e la giovane età delle stesse (età compresa tra 10 e 20 anni).
Un secondo interrogativo riguarda le implicazioni che la quotazione ha avuto sotto il profilo della governance e della struttura finanziaria.
Con riferimento alla governance, le evidenze empiriche sul campione oggetto di indagine condotte da Profumo (Capitolo 3) testimoniano un livello di concentrazione proprietaria piuttosto elevato; rispetto alle medie imprese non quotate, le strutture proprietarie appaiono però tendenzialmente più aperte, anche se non del tutto contendibili. Dopo la quotazione è, infatti, ancora presente un azionariato rilevante “non anonimo”, in gran parte dei casi familiare, con una o più famiglie che detengono quote proprietarie tali da garantirsi il comando, spesso attraverso trust familiari e società di comodo anche di diritto estero.
Per quanto concerne le implicazioni finanziarie, l’indagine condotta da Giovanni Satta e Dario Peirone (Capitolo 4) ha mostrato come la quotazione costituisca per le MI una decisione volta alla raccolta di nuove risorse finanziarie per il perseguimento di differenti obiettivi aziendali, quali la crescita degli investimenti o il riequilibrio della struttura finanziaria. Per le MI quotate, l’apertura della compagine sociale al mercato borsistico ha costituito una rilevante opportunità per raggiungere un più elevato livello di patrimonializzazione e definire una struttura del capitale più equilibrata.
Un terzo interrogativo concerne le implicazioni sui comportamenti strategici della quotazione, con particolare riferimento alle strategie di crescita e alle modalità di attuazione.
Con riferimento alle strategie di crescita, gli approfondimenti condotti nel Capitolo 5 (Lara Penco) hanno confermato come, nonostante i contenuti delle strategie varino a seconda del settore di appartenenza e delle decisioni di posizionamento competitivo, è possibile individuare alcuni elementi comuni, o quanto meno ricorrenti. Focalizzazione, basata sulla differenziazione, e internazionalizzazione sono i pilastri delle strategie delle medie imprese. La diversificazione – misurata sulla base degli indicatori di Rumelt – è modesta e comunque correlata. Particolarmente interessante, inoltre, è stato analizzare il risvolto in termini di modalità attuative, analizzate sotto il profilo delle operazioni straordinarie. Sotto questo profilo, si è evidenziato come le imprese oggetto del campione siano state assai attive nel compimento di processi acquisitivi, soprattutto, nell’ottica di potenziare il business esistente o estendersi verso nuovi segmenti adiacenti. La quotazione in borsa ha rappresentato un fattore che ha incentivato l’adozione di tali modalità attuative.
Infine, il volume ha tentato di comprendere le implicazioni della quotazione sull’orientamento imprenditoriale alla gestione strategica dell’impresa.
Nicoletta Buratti e Roberto Garelli (Capitolo 6) si sono focalizzati su imprese di media dimensione quotate operanti in settori affini al Made in Italy. Per le medie imprese “eccellenti” sono stati desunti alcuni fattori di successo: la presenza dell’imprenditore-fondatore o, comunque, di un gruppo familiare di controllo stabile, ma affiancato da una significativa apertura al management professionale;
Infine, dall’analisi di Massimo Albanese (Capitolo 7) realizzata sulla dinamica delle performance economico-finanziarie di alcune medie imprese quotate si evidenziano risultati assai contrastanti; alcune imprese nell’ultimo decennio hanno conosciuto risultati molto superiori rispetto alla medie delle imprese del settore che non si sono quotate, mentre altre hanno sperimentato andamenti più penalizzanti. Quelle imprese che hanno manifestato un maggior successo sono quelle che – coerentemente alle ipotesi formulate – hanno saputo mantenere un controllo maggiormente ancorato all’imprenditorialità.
In conclusione, il volume costituisce il frutto di un percorso di ricerca assai articolato. Esso contribuisce ad incrementare le conoscenze sulle medie imprese, in particolare su una fattispecie, la Media Impresa Quotata, assai trascurato dalla letteratura economico-manageriale.
Pone, inoltre, all’attenzione del lettore un problema, ovvero perché le imprese quotate sono così poche in Italia; la risposta è individuabile nelle penalizzanti “condizioni” richieste dalla quotazione (burocratizzazione, obblighi stringenti in termini di informativa, maggiore strutturazione, ecc.) che impattano sull’organizzazione e sul management aziendale e sembrano compromettere lo stile imprenditoriale e la flessibilità tipica della dimensione media.
Recensioni e Riflessioni
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