L'ospite
Supply Chain Management

L'espressione "Supply Chain Management" viene da tempo impiegata per definire, in estrema sintesi, la gestione integrata dei molteplici processi e attività svolti attraverso il concorso e l'interazione dell’impresa con le imprese direttamente collegate (supply chain) e con la più estesa e complessa rete che costituisce il supply network, secondo un'ottica volta a considerare la supply chain – e non più la singola impresa – quale unità minima cui fare riferimento per qualsiasi analisi di tipo strategico. Tale visione, decisamente ampia e complessa, riconduce nell’ambito del SCM un vastissimo ed eterogeneo insieme di attività, a loro volta riunite in processi, che comprende la logistica così come gli approvvigionamenti, la produzione, il marketing, la finanza, ecc.
Una simile interpretazione si trova allineata rispetto alla posizione del Council of Logistics Management (CLM) che, ad oggi, può essere considerato una delle più autorevoli fonti di ricerca in materia di logistica. Ciò non toglie che in letteratura si rinvengano anche altrettanto qualificati pareri difformi, che considerano il concetto di supply chain in maniera restrittiva, come sostanzialmente sovrapponibile al tradizionale concetto di logistica, o che, addirittura, collocano il SCM all’interno della logistica stessa.
Le ragioni della confusione che ancora regna in materia vanno probabilmente ricercate nella sua relativa novità (si inizia a parlare di SCM solo alla fine degli anni '90) e nel fatto che il fenomeno, per definizione trasversale e interdisciplinare, può essere analizzato sotto le più svariate angolazioni. All'interno della produzione letteraria, per lo più di matrice statunitense, possono essere individuati due filoni, l'uno di stampo accademico, volto allo sviluppo degli aspetti teorici e definitori, e l'altro di natura "manualistica", teso principalmente a fornire indicazioni di ordine pratico ai manager aziendali.
Il testo curato da John T. Mentzer può essere collocato all'interno del primo filone per il rigore dell'approccio adottato e per la consistente base teorica e bibliografica ma, secondo uno stile che si riscontra frequentemente nella letteratura americana anche scientifica, si propone di fornire altresì spunti di riflessione e strumenti operativi per un pubblico non accademico.
Il lavoro si fonda sull'idea che un approccio di SCM possa influenzare massicciamente e positivamente la strategia di business e la performance globale. L'impianto stesso dell’opera riflette lo schema interpretativo sopra citato, portandoci a richiamare il ruolo di primo piano ricoperto dal curatore nell'ambito del gruppo di studio afferente al CLM: una sintesi sul significato di supply chain e SCM, ricostruito attraverso una panoramica della letteratura, introduce alla definizione di SCM come "coordinazione sistemica e strategica delle funzioni aziendali tradizionali, nell’ambito di una specifica impresa e tra le diverse imprese componenti la supply chain, allo scopo di migliorare la performance nel lungo periodo a livello individuale e complessivo".
La definizione fa riferimento alle "funzioni aziendali tradizionali", che vengono successivamente esaminate singolarmente secondo una prospettiva di SCM. Il ruolo di ogni funzione, cioè, viene descritto secondo i modelli tradizionali e poi ridefinito per evidenziare le trasformazioni legate all'adozione di una strategia di SCM: l'ottica di SCM enfatizza, nell’ambito delle diverse funzioni tradizionali, aspetti come l'orientamento al mercato e il focus sul cliente finale (marketing, customer service), l'orientamento al servizio e la formazione specifica del personale (vendite), la flessibilità e la velocità – intesa in termini di speed to market – (R&S, produzione), la collaborazione e l'adozione di un'ottica di sistema nella pianificazione e nell'elaborazione delle previsioni (acquisti, approvvigionamenti), il coordinamento inter-funzionale e la coerenza delle strategie funzionali con la strategia di corporate (logistica), l'efficacia e l'efficienza degli scambi informativi all'interno dell'impresa e tra l'impresa e suoi partner (sistemi informativi), l'adozione di strumenti contabili analitici atti alla rilevazione di tutti i costi lungo la supply chain, all'identificazione dei numerosissimi trade-off e alla misurazione delle performance (finanza).
Se fino a questo punto lo studio rimane ancora decisamente legato agli schemi tradizionali, rifacendosi alla classica impostazione funzionale – seppure riveduta attraverso l'enfasi sugli elementi di novità e attraverso continui richiami al coordinamento all’interno dell’impresa e della supply chain tutta – nell'ultima parte gli autori, allacciandosi ad un orientamento teorico relativamente recente ma già consolidato, riconducono i temi particolari all’elemento che rappresenta in qualche modo il cuore del SCM: l'integrazione. Tale integrazione viene espressa in termini di coordinamento tra le diverse funzioni all’interno dell'impresa e di collaborazione tra le diverse imprese coinvolte nella supply chain e viene poi tradotta in indicazioni operative per la gestione delle attività e in modelli di valutazione/ misurazione della performance globale.
L'adozione di questo approccio di analisi, che rilegge in maniera puntuale i modelli tradizionali alla luce delle nuove tendenze, senza pretendere di proporre le visioni tanto rivoluzionarie quanto utopistiche che caratterizzano buona parte della letteratura sull'argomento, rappresenta a nostro parere uno dei tratti distintivi e maggiormente apprezzabili del lavoro coordinato da Mentzer.
Cogliamo poi un secondo aspetto di originalità nella multilateralità con cui il fenomeno del SCM viene affrontato: mentre la maggior parte degli studi si concentra su aspetti particolari – SCM e logistica soprattutto, ma anche SCM e Information and Communication Technology o SCM e marketing, ad esempio – l'opera in oggetto fornisce una rappresentazione sintetica ma completa dell'impatto della visione di SCM su tutte le attività aziendali, fornendo uno strumento didattico chiaro e puntuale.
Recensioni e Riflessioni
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